Mai come oggi lo sviluppo tecnologico corre veloce e se ben orientato può aiutarci ad affrontare le grandi sfide del nostro tempo (dall’emergenza sanitaria alla crisi climatica, economica, ecc.).
Dal punto di vista ambientale, le tecnologie innovative possono fornire nuove soluzioni per un uso più efficiente delle risorse. Non solo: possono al contempo aiutare ad aumentare la competitività delle imprese, facendo in modo che sostenibilità ambientale “faccia rima” anche con sostenibilità economica, aspetto importante perché si inneschi un cambiamento reale e duraturo, fino ad arrivare a modificare le abitudini e gli stili di vita delle persone.
Un esempio? La stampa 3D, una tecnologia che per le sue caratteristiche può potenzialmente contribuire a innovare i modelli di produzione e consumo, puntando all’economia circolare.
La stampa 3D, nello specifico, consente di creare un oggetto partendo da un disegno digitale e depositando il materiale strato dopo strato, dal basso verso l’alto (questa tecnologia è infatti definita additiva). Non serve più lo stampo e questo rende la produzione più flessibile permettendo di decidere come, dove e quando produrre.
Aspetto che può rendere più competitive le imprese, che possono reagire in maniera più veloce ai cambiamenti, essere meno vulnerabili in caso di interruzioni lungo la catena di fornitura, snellire la logistica e ridurre il magazzino.
Meno sovrapproduzione, minor necessità di immagazzinaggio (e di conseguenza di imballaggio), riduzione dei trasporti significano anche meno rifiuti e minor impatto ambientale. Inoltre la tecnologia additiva, per sua natura, permette di produrre con un minor consumo di materia, riducendo al minimo o addirittura eliminando gli scarti.
Un aspetto particolarmente importante, poi, è il fatto che l’uso della stampa 3D, anche sotto forma di service, può contribuire ad allungare la vita utile dei prodotti rendendo più facile la produzione dei pezzi di ricambio, che può avvenire in maniera decentralizzata, “on demand” e per un tempo potenzialmente indefinito (a chi non è capitato di sentirsi dire che il pezzo di ricambio non esiste o non è più in commercio?).
In questo modo si garantisce al consumatore la reale possibilità di ricorrere alla riparazione e riutilizzo dei prodotti, invece che all’acquisto di nuovi (consumando altre risorse e generando rifiuti).
Ecco la portata innovativa della stampa 3D: questa tecnologia può non solo limitare gli impatti ambientali dei processi produttivi, ma abilitando un modo nuovo di produrre può contribuire a rivoluzionare i modelli di business e le abitudini di consumo secondo i principi della sostenibilità e della circolarità, superando la logica della produzione in serie e dell’ “usa e getta”.
Naturalmente non sappiamo se ha ragione chi ritiene che le stampanti 3D arriveranno a sostituire nelle fabbriche i tradizionali mezzi di produzione o se invece siano destinate ad integrarsi con i sistemi convenzionali, né quanto impatto avranno sulla vita delle persone. Certamente la continua innovazione sarà fondamentale anche per la stampa 3D stessa, per rendere sempre più sostenibile il processo produttivo che sta alla sua base (si pensi alla continua ricerca sui materiali utilizzabili), affinché la tecnologia additiva possa realizzare appieno le proprie potenzialità in termini di sostenibilità.